La situazione dei sistemi di trasporto e del sistema energetico in Italia appare in qualche misura insoddisfacente. Non sono i soli settori definibili non bene organizzati nel nostro Paese; parleremo comunque di quanto, a nostro parere, occorrerà fare per offrire ai cittadini dei servizi simili a quanto da tempo disponibile in altri paesi. Il punto è che le soluzioni adottate in Italia non appaiono in sintonia con quanto possibile e già realizzato altrove. Ci si interroga sul perché di tale situazione e la risposta può essere tranquillamente del tipo: non si tratta di errori di programmazione, ma di decisioni rispondenti a precisi interessi “forti” di natura economica, interessi spesso contrastanti con le attese dei cittadini.
TRASPORTI
Negli anni sessanta IRI e FIAT spinsero probabilmente per la realizzazione di autostrade ed automobili, e il Paese ne ebbe benefici in termini di crescita; negli anni successivi le scelte governative (vedi finanziarie del tempo) non furono altrettanto correttamente indirizzate in città verso le metropolitane ed in generale verso il “ferro”. Si evidenzia anche una certa carenza, in un Paese con ottomila km di costa, di trasporti via mare quali cabotaggio ed “autostrade del mare”. Ancora oggi le merci viaggiano prevalentemente su gomma, contrariamente a quanto si riscontra nel resto d’Europa, e molte merci vanno da Genova a Palermo sui tir anziché via mare. I Paesi confinanti da tempo protestano e contingentano al confine il transito dei trasporti italiani su gomma, però la lentezza decisionale italiana per modificare la situazione è palese.
Le Ferrovie hanno di recente avviato una interessante modernizzazione delle tratte ad alta velocità. Si va da Roma a Milano in tre ore, da Lamezia Terme a Roma in meno di quattro ore e da Roma a Torino in quattro ore. Resta ovviamente ancora tanto da fare, soprattutto nei trasporti locali, ma una modernizzazione sembra essere avviata. Quanto ai trasporti in città, la elettrificazione dei mezzi collettivi, tram, filobus, appare lenta, le metropolitane vengono realizzate in misura inadeguata (e costosa), soprattutto nel centro-sud. Perfino il numero dei taxi appare esiguo rispetto alle esigenze ed in confronto con altre città in Europa.
In compenso l’automobile privata risulta protetta e tollerata, le città appaiono dei grandi parcheggi (oltre metà delle auto generalmente restano per fortuna ferme per lunghi periodi) ed il traffico risulta lento e caotico. Viene tollerata la sosta in doppia fila, il parcheggio sui marciapiedi e sui passaggi pedonali. Solo in Italia può sembrare normale che una famiglia costituita da due genitori e due figli studenti possieda quattro macchine e due motorini. Circa 38 milioni di auto in Italia sono decisamente troppe; anche se fossero tutte auto elettriche continuerebbero ad essere troppe. La densità automobilistica è la più elevata in Europa, a Roma risulta di circa 72 auto per 100 abitanti (a Berlino 31, a Londra 35).
Tutto ciò non è casuale o frutto di mancata o cattiva programmazione, al contrario appare ben disegnato dagli interessi dei costruttori di auto, per lo più stranieri (solo una auto su quattro immatricolate risulta italiana), delle società petrolifere e soprattutto delle compagnie assicurative (chi usa il mezzo pubblico non paga l’assicurazione). Basta considerare una media di costo annuo, per assicurare l’auto, di 1000-1300 Euro per calcolare un costo per i cittadini di circa 40-50 miliardi di euro/anno. Un importo notevolissimo. Solo per l’automobile gli Italiani pagano ogni anno un importo (spesso a società assicurative di proprietà non più Italiana) pari a circa 8-10 volte il tanto discusso “reddito di cittadinanza”.
La media del costo annuo “dichiarata” da alcuni operatori per assicurare l’auto sarebbe di 409 Euro/anno. Dato poco convincente; dal momento che in tanti paghiamo da 800 a 2000 Euro annui per auto, in funzione della cilindrata, la media “dichiarata” comporterebbe la presenza in Italia un gran numero di auto assicurate per circa 100 Euro/anno, cosa poco credibile.
COSA FARE
Per indirizzare il settore dei trasporti verso soluzioni più soddisfacenti e meno impattanti sul piano ambientale serve una direzione Politica, con la P maiuscola, a livello nazionale e locale che guardi principalmente agli interessi dei cittadini e sia meno incline agli interessi economici “forti”.
Le soluzioni sono da tempo indicate dagli esperti e dalle varie Associazioni attive nel settore. Non ci attarderemo pertanto nell’analisi dettagliata dei vari interventi, ricordando soltanto che occorre potenziare il trasporto su ferro, per le persone più che per le merci, potenziare le infrastrutture portuali per incrementare il trasporto via mare, potenziare lo scambio “intermodale” ed automatizzare e modernizzare il controllo delle reti. In città possono essere utili anche le iniziative suggerite di “car sharing”, uso delle bici (ove possibile) e l’aumento del numero dei mezzi pubblici (autobus e taxi) possibilmente elettrificati. Soprattutto occorre diminuire il numero delle auto private, smettendo di incentivarne la sostituzione col metodo Euro X+1.
Vogliamo comunque ricordare quanto presentato a Roma (1) nel novembre 2017 in occasione del Congresso WEF (Ingegneri ed Architetti) a livello mondiale, nella memoria “Suggestion to Rome City Council to Avoid Pollution”, occasione nella quale si è evidenziata la “povertà” dell’offerta del sistema pubblico di trasporto a Roma, da potenziare, ed auspicato l’aumento del numero di Taxi nella Capitale, vedi slide relativa, qui riportata in Fig.1.