- L’Italia consuma circa 70 mld di mc/anno di gas, con una capacità di trasporto ed importazione di circa 140 mld mc/y. La provenienza è per 20 mld mc dalla Russia, il resto dal Nord Europa (Olanda e Norvegia) e da paesi africani.
- Sono attivi attualmente TAG (attraverso Austria) per 40 mld mc/y, Transitgas (Nord Europa) per 22 mld mc/y, TTPC (Tunisia) + TMPC (Algeria) per 40 mld mc/y e GrenStream (Libia) per 17 mld mc/y. Inoltre sono attivi i rigassificatori di Panigaglia per 4,7 mld mc/y, Rovigo per 10 mld mc/y e Livorno per 5,5 mld mc/y. Tot. Circa 140 mld mc/y.
- Sono già autorizzati: gasdotto TAP in costruzione, capacità trasp. 9 mld mc/y, IGI (Edison) 10 mld mc/y e tre rigassificatori , Porto Empedocle (ENEL) 10 mld mc/y, Gioia Tauro (LNG) 15 mld mc/y e Falconara (API) 9,8 mld mc/y. Inoltre in corso di valutazione autorizzativa: gasdotto GALSI Algeria-Sardegna-Piombino 10 mld mc/y, rigassificatore Zaule (GNI) 10 mld mc/y e Monfalcone 1 mld mc/y. In totale 140 in funzione, 54 autorizzati, 21 in corso di autorizzazione per un totale di 215 mld mc/y in teoria. Per usarne 70/y.
- La diversificazione per motivi di sicurezza degli approvvigionamenti è chiaramente esagerata e non giustificata.
- Le opere citate, gasdotti e rigassificatori, rappresentano ovviamente un palese “ blockin “ dovendo essere ammortizzate in almeno 20 anni , con funzionamento a livelli alti di trasporto.
- La SEN (Min. Calenda) inoltre propone un forte incremento del ricorso al gas, aggravando ulteriormente quanto già sopra evidenziato, concedendo semplificazioni amministrative per la realizzazione di stoccaggi nei porti del GNL importato via mare, di rigassificatori a terra e connessioni alla rete nazionale, il tutto in condizioni dichiarate di “over supply”.
- Gli obiettivi della UE, emissioni zero nei trasporti nel 2050 e riduzione della CO2 del 40% nel 2030, non possono essere raggiunte incentivando l’auto a gas o sostituendo il carbone con il gas. Nel primo caso gli effetti inquinanti a “ciclo completo” dimostrano l’inutilità del costoso cambiamento e analogamente nel secondo caso i costi da sostenere non appaiono giustificare il cambio gas-carbone. Una strategia energetica e rispettosa dell’ambiente deve ragionevolmente prevedere una riduzione graduale dei combustibili fossili (non un cambio di combustibile) ed una forte penetrazione delle energie rinnovabili.
- Il beneficio della penetrazione delle fonti rinnovabili comporta non solo benefici ambientali ma anche economici in termini di crescita del PIL tramite realizzazione di impianti ammortizzabili tramite la produzione elettrica da fonti endogene rinnovabili, gradualmente sostituendo impianti con bruciamento di combustibili fossili di importazione con notevole esborso di risorse. Anche gli aspetti strategici di indipendenza energetica sarebbero positivamente influenzati dall’uso di risorse endogene, rendendo meno necessarie le opere oggi proposte per la “sicurezza degli approvvigionamenti”.
Aspetti ambientali del combustibile gassoso:
- I circa 70 mld di mc importati in Italia, analizzando a “ciclo completo” le emissioni ad “effetto serra” comportano oggi almeno 210 mln di ton equivalenti CO2. La sostituzione del carbone con gas comporta a ciclo completo piccoli vantaggi, la sostituzione dei prodotti petroliferi (auto) con gas non migliora i rilasci ai fini dell’ “effetto serra”. La elettrificazione dei trasporti urbani deve essere incrementata, riducendo il numero dei mezzi privati (38 mln di auto sono troppe in Italia e solo le assicurazioni costano annualmente ai cittadini da 6 a 8 volte il tanto discusso “reddito di cittadinanza”).
- Per migliorare gli aspetti ambientali nell’uso del gas in ambiente urbano si rende necessaria una revisione dei sistemi di riscaldamento con riduzione dei punti di bruciamento (più condomini insieme, piccole reti di teleriscaldamento, ricorso maggiore al calore geotermico a bassa entalpia), così sostituendo nelle strade tubi di acqua calda al posto delle condotte del gas.